Roberto Bombarda - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||||||||||||||
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Trento, 16 luglio 2011 Gli utili delle centrali idroelettriche devono essere distribuiti anche ai cittadini e a tutti i Comuni del Trentino e non rimanere appannaggio di Provincia, città di Trento e Rovereto e grandi investitori privati. A proporlo è Roberto Bombarda (Verdi). Suo il disegno di legge che prevede di allargare l’accesso al capitale delle società partecipate da Piazza Dante che si occupano di energia. In cima alla lista Dolomiti Energia che controlla con il 51% Hydro Dolomiti Enel e Dolomiti Edison Energy e nella cui compagine sociale figurano Finanziaria Trentina Energia, Isa, Fondazione Caritro e Enercoop. «Il testo riprende la mozione sul tema approvata nel 2008» precisa il consigliere. Una delle ipotesi è l’azionariato diffuso per Dolomiti Energia, quote di capitale sociale ai piccoli investitori trentini per un massimo di 50.000 euro a testa. In ballo complessivamente ci sono le decine di milioni di euro di tuili prodotti dalle società che sfruttano le derivazioni. Il Pdl apre ma a una condizione precisa: «I grandi investitori – afferma Rodolfo Borga – devono uscire da De». Il disegno di legge «Il documento riprende la mozione approvata il 23 aprile 2008, prima ancora della costituzione delle due newco» spiega il consigliere che fa riferimento al testo approvato dal Consiglio provinciale a seguito della risoluzione del contenzioso con lo Stato sulle concessioni idroelettriche. La mozione prevedeva di trasformare De in public company oppure di fare in modo che i futuri aumenti di capitale della società potessero essere sottoscritti «anche da un ampio numero di cittadini e di piccole imprese residenti in Trentino. Archiviata la public company secondo Bombarda i tempi sarebbero maguri per la seconda opzione. L’articolo 1 del DDL dice che «la Provincia favorisce la partecipazione all’azionariato diffuso e di tutti i comuni trentini, con particolare riguardo per quelli più danneggiati dalle derivazioni idroelettriche, al capitale sociale delle società partecipate dalla Provincia che operano nel settore dell’energia». Per azionariato diffuso «si intendono i soggetti che detengono singole quote di capitale sociale che non superino i 50.000 euro e lo 0,1% del valore interamente versato del capitale». «Sarà la Provincia – chiarisce – a decidere in quale punto della “filiera” intervenire per favorire la partecipazione». Lo strumento di azione, nell’ipotesi che il testo venga approvato così com’è, sarebbe l’aumento di capitale. Piazza Dante e privati dovrebbero rinunciare al diritto di prelazione sulle azioni che verrebbero acquistate in parte dagli enti locali e in parte dai piccoli investitori trentini. Gli utili dell’oro blu Con la proposta del consigliere la battaglia sull’oro blu si sposta dalle reti di distribuzione (argomento del referendum di giugno) alle derivazioni idroelettriche. Visti i risultati delle urne, l’opinione pubblica è senz’altro sensibile all’argomento. A livello politico sarà decisivo il parere del presidente della Giunta, competente sull’energia. La posta in gioco è enorme. Per avere un’idea basta guardare ai bilanci 2010 delle società del settore. La sola Hydro Dolomiti Enel ha prodotto utili per 127 milioni di euro. Per Dolomiti Energia spa, la capofila, la cifra è 54,1 milioni, che diventano 56,8 per il gruppo. Di fatto, la proposta dei Verdi recupera la richiesta avanzata nel 2008 anche dalle associazioni di categoria e che negli anni successivi non ha avuto seguito. L’obiettivo è non limitare la partecipazione alle società solo «al gotha della finanza trentina», per dirla con parole di Bombarda. Il riferimento è ai soggetti che negli anni scorsi hanno investito nell’energia entrando nella compagine di De. Attualmente, il capitale di Via Fersina è detenuto per il 47,8% da FinDolomiti Energia, che rappresenta gli enti pubblici tra cui la Provincia. Un dieci per cento circa lo hanno i Comuni di Trento e Rovereto. Nell’elenco dei privati figurano Finanziaria trentina Energia (11,9%), Fondazione Caritro (5,3% e Isa (4,2%). Una quota minore appartiene a Coop Energy (Cooperazione). Geotermia e canoni «L’offensiva» di Bombarda su ambiente e risorse non si limita ad un solo DDL. Il consigliere ne ha depositati altri due. Il primo testo intende vincolare i soldi dei «canoni ambientali» pagati dai concessionari idroelettrici alla creazione di parchi fluviali e riserve naturali. Il terzo DDL ha come finalità lo sviluppo della geotermia in Trentino.
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ROBERTO
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